I BENI ARTISTICI E CULTURALI

La biblioteca comunale

Nella seduta del 18 luglio 1957 il Consiglio comunale di Lentini istituì (l'atto deliberativo è il n. 233) la Biblioteca civica "Riccardo da Lentini". Questo evento era stato preparato da una intensa attività del Centro studi "Notaro Jacopo", luogo di aggregazione culturale nella Lentini di quegli anni. Gli stessi promotori della iniziativa, e in particolare Carlo Lo Presti, ritennero di fare cosa utile ricostruendo la memoria del travagliato passato del nostro patrimonio librario e delle vicissitudini della antica biblioteca. Poiché una biblioteca a Lentini era già esistita, istituita in una adunanza del Consiglio comunale nel lontano 15 settembre del 1868 con libri posseduti dalle biblioteche ecclesiastiche. Il clima era sicuramente quello laico risorgimentale dell'eversione dei beni ecclesiastici spesso assegnate ai comuni.

Il patrimonio posseduto era stimato in 3.500 volumi, circa; la cifra comprendeva sia opere moderne che libri antichi. Si ha anche una stima della frequenza con una media di trenta lettori al giorno: un buon livello in un centro di 10.520 abitanti. Altrettanto lusinghiere sembrano le altre notizie puntualmente raccolte e tramandateci, forse con un pizzico di orgoglio municipale o amor di patria che tendeva a enfatizzare alcuni primati. Per esempio, si dice che la nostra sia stata la prima Biblioteca ad essere istituita nella provincia di Siracusa; per questo motivo e per la ricchezza del suo patrimonio librario sarebbe stata presa a modello nella costituzione delle altre biblioteche. Tanta attenzione alla cultura tuttavia non durò a lungo; seguiamo ancora quanto riferisce Lo Presti. Nel 1877 sarebbe avvenuta la chiusura della biblioteca e quindi la lenta dispersione per incuria del suo considerevole patrimonio. E' difficile risalire a una causa che spieghi questa poco lodevole iniziativa, tranne che non si parli di una mentalità retriva che avrebbe avuto il sopravvento. In realtà in quella stessa epoca furono chiuse anche le scuole di cui la città si era dotata nel periodo immediatamente post unitario. L' avversione all'istruzione sarebbe durata a lungo, e avrebbe intercettato quell'altro momento cruciale nella storia siciliana che è la reazione al movimento dei Fasci dei lavoratori. In questa occasione si chiese esplicitamente che fosse impedito alle classi lavoratrici l'accesso alla istruzione. E a Lentini tale programma trovò applicazione durante la sindacatura Beneventano (1895 - 1898). La cura del patrimonio librario era l'ultimo dei pensieri di una simile classe dirigente; la città rimase priva di un centro culturale fino alla rinascita democratica del secondo dopoguerra.

Oggi la biblioteca è comunale, fa parte a tutti gli effetti e come tutti gli altri uffici della struttura amministrativa del Comune. Il patrimonio librario ammonta a 28,675 unità bibliografiche, tra i libri, pubblicazioni periodiche e altro. Nel 1999 si è registrato un movimento di utenza pari a circa 11.833 unità, ciò che rivela una frequenza soddisfacente da parte dei cittadini. Il problema più grave è dato dai locali inadeguati e dalla scarsa disponibilità finanziaria per l'acquisto di nuovi libri. E' in corso da parte dell'Amministrazione, la ricerca di nuovi locali.

Forse anche le brevi notizie qui riassunte possono farci riflettere sul valore delle biblioteche, luoghi in cui i cittadini sono accolti in assoluta autonomia culturale, liberi di fare scelte, seguire percorsi senza che nessuno li giudichi, senza che vengano imposti strumenti diversi da quelli che ognuno può decidere di darsi.

 

Maria Concetta Mangiameli

brano tratto dal progetto "Lentini Studia" promosso dalla "Fondazione Pisano"
per gentile concessione del suo Presidente Prof.Armando Rossitto

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