I BENI ARTISTICI E CULTURALI

Il museo archeologico

lì primo nucleo del Museo Archeologico di Leontinoi, oggi in corso di nuovo allestimento dopo la chiusura dovuta al terremoto del 1990 che ha reso necessario il consolidamento dell'edificio che lo ospita, è rappresentato dall'Antiquarium comunale, nel quale confluirono, prima degli anni Cinquanta, molti reperti provenienti da scavi irregolari o da scoperte casuali nel territorio; fra essi, i due famosi crateri sicelioti a figure rosse con scene di raffigurazioni teatrali. I notevoli risultati delle prime campagne di scavo sistematiche condotte negli anni Cinquanta dall'Università di Catania in collaborazione con la Soprintendenza di Siracusa fornirono l'impulso a trasformare il vecchio Antiquarium, disorganica raccolta di oggetti privi di contesto archeologico, in un nuovo e moderno museo, che rendeva conto degli scavi eseguiti, soprattutto per quanto riguardava le nuove conoscenze sulla topografia della città greca e sul rapporto fra indigeni e greci nel periodo della fondazione. l'esposizione, realizzata all'interno di un edificio originariamente progettato dal Comune di Lentini per un edificio scolastico e successivamente passato in proprietà della Soprintendenza, si accentrava essenzialmente sui rinvenimenti del villaggio capannicolo dell'età del Ferro della Metapiccola, sulle ceramiche arcaiche di produzione locale e di importazione rinvenute negli strati più antichi, sulla stipe della Metapiccola, sul sistema della fortificazione meridionale, e sulla necropoli meridionale, con le sue varie fasi; un largo spazio era inoltre accordato all'esposizione di una collezione - la Santapaola - proveniente dal territorio.

Sebbene moderna per il periodo in cui fu realizzata, la vecchia esposizione mostrava inevitabilmente, dopo un quarantennio, tutte le lacune dovute alla mancanza di aggiornamento dei dati che nel frattempo sono stati acquisiti, a seguito di scavi o per l'approfondimento di studi su tematiche particolari. Nel nuovo allestimento, è stato pertanto previsto un ampliamento dei temi, che restituirà un quadro più articolato della storia del territorio e della città nel suo divenire, dall'età preistorica a quella medievale. Una parte della vecchia esposizione, soprattutto per quanto attiene ai materiali da necropoli, sarà ridimensionata per far posto a nuovi reperti. Fra questi, si segnalano, per l'età preistorica, i corredi delle necropoli di Valsavoia e c.da Travana (facies culturale di Rodì-Tindari--Vallelunga, della fase finale del Bronzo Antico) di Cugno Carrubbe e di Pozzanghere (età del Ferro); per l'età arcaica, i reperti della stipe di c.da Alaimo, e la testa di kore di V. Conte Alaimo; per l'età classica, i corredi della necropoli di Piscitello - Santuzzi. Sarà infine presa in considerazione, per la prima volta, l'importante fase medievale della vita della città, accentrata intorno al Castellaccio, con un'esposizione dedicata alla stessa fortificazione, alla necropoli di rito musulmano, alle produzioni ceramiche, all'architettura e alla pittura rupestre. Un'ultima sezione sarà occupata dai reperti, di provenienza subacquea, dello scalo di Punta Castelluzzo, un punto di approdo sulla costa a nord di Augusta, frequentato dall'età ellenistica a quella tardo-romana, legato al territorio di Lentini.

 

Beatrice Basile

 

brano tratto dal progetto "Lentini Studia" promosso dalla "Fondazione Pisano"
per gentile concessione del suo Presidente Prof.Armando Rossitto

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