Lo spazio sociale quotidiano

L'Odeon

Nell'immediato dopoguerra l'Odeon di Lentini rappresentava il "meglio" in tutta la Sicilia Orientale, essendo l'unico teatro, in quel periodo, a poter ospitare rappresentazioni di compagnie di valenza nazionale.

Progettato dall'architetto Alfio Mendola, professionista lentinese con studio e residenza a Palermo, fu costruito nel 1952 da una ditta di Catania sotto la direzione dell'ing.Antonino Matarazzo. Dotato di 1200 posti a sedere, di cui 450 in sala delimitata ai lati da due ampi corridoi che la isolano acusticamente dall'esterno, l'Odeon è provvisto nel soffitto di una apertura centrale meccanica di circa dieci metri quadrati da utilizzare nel periodo estivo; di sei grandi finestre laterali e da cinque oblò posti alle spalle della tribuna; di un palcoscenico capiente, completo di servizi e di ampi camerini per gli artisti.

La società di gestione intendeva così offrire al pubblico lentinese e del comprensorio circostante la possibilità di assistere in un locale modernissimo, comodo ed accogliente, a spettacoli di buone compagnie di prosa e di riviste, nonchè alla proiezione dei migliori films della produzione italiana ed estera. Le promesse furono presto realtà.

Nel vasto programma troviamo infatti le più grandi ed importanti riviste italiane (Osiris, Chiari, Dapporto, Rascel, sorelle Nava, Billi e Riva), le più famose compagnie di operette, spettacoli di prosa (Alida Valli e Tino Buazzelli, Turi Ferro, Tuccio Musumeci, Michele Abruzzo): il tutto intervallato dalla programmazione di films , spesso in prima visione assoluta alla pari con altre città italiane. Dopo anni di splendore, arriva la crisi strisciante che avviluppa il settore, facendolo lentamente morire di asfissia. La gestione si difende come può; fatica; si aggrappa ai film a "luci rosse"; rischia di indebitarsi e quindi ecco l'amara decisione di gettare la spugna arrendendosi alla struttura pubblica con la speranza che questa decisione possa costituire la nuova pista di lancio per ridare nuovo lustro e dignità alla propria creatura.

E' un'altra pagina della piccola cronaca di Lentini che se ne va, strappata da un vento di crisi senza riparo; una decisione sofferta che penalizza e mortifica sempre più i lentinesi, costretti, per poter assistere persino alla programmazione di un film, a trasferirsi a Catania e/o addirittura a Scordia. L'amministrazione comunale avverte questo disagio e dopo lunghi dibattiti in Consiglio riesce a strappare il consenso di tutti i consiglieri per acquistare l'edificio che, dopo un breve periodo volto alla ristrutturazione, viene ripresentato al pubblico, dedicato a Carlo Lo Presti, uomo di teatro lentinese prematuramente scomparso.

Grazie a questa iniziativa, così, il commediografo, il regista, l'attore, l'autore di tante commedie che in gran parte erano state rappresentate su quel palcoscenico, può continuare a vivere almeno nel ricordo dei suoi concittadini.

Giuseppe La Pira

 

brano tratto dal progetto "Lentini Studia" promosso dalla "Fondazione Pisano"
per gentile concessione del suo Presidente Prof.Armando Rossitto

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