Descrizione: Il Bagolaro e’ una pianta tipica del mediterraneo e fa parte della famiglia delle Ulmaceae. In Sicilia sono presenti numerosi varieta’ fra cui una classificata come tipica dell'Etna: Celtis Aetnensis (Tornab.). Essa è una pianta endemica delle pendici sud occidentali dell'Etna e dei Nebrodi. Cresce tra i 500 ed i 900 metri s.l.m., ed è conosciuto in dialetto come minicucco. È compreso fra le specie protette del Parco dell'Etna. ha uno sviluppo lentissimo e non raggiunge mai altezze considerevoli. Nella nostra zona di Lentini si ammirano numerosi esemplari di Celtis Australis L.. Originaria del Bacino del Mediterraneo, è diffusa dalla Spagna meridionale fino al Caucaso e all'Asia occidentale. E’ un grande albero spontaneo in Italia. E’ molto longevo e riesce a vivere anche 2-3 secoli. Sembra che il suo nome derivi dalla parola bagola, termine dialettale del nord Italia che significa “manico”, per la sua conosciuta bontà nell'utilizzo del suo legno per manici. Il suo legno si presenta chiaro, duro, flessibile, tenace ed elastico e di grande durata, è ricercato per mobili, manici, bastoni da passeggio, attrezzi agricoli e lavori al tornio. Può raggiungere i 25-30 m di altezza. E' spesso coltivato come pianta ornamentale e alberature stradali grazie anche al suo rapido accrescimento. Specie eliofila, frugalissima, vive in ambienti aridi ,su terreni calcarei, sassosi, dove l'apparato radicale, robusto e assai sviluppato, penetra nelle fessure delle rocce favorendone lo sgretolamento: da ciò deriva un altro nome volgare, molto usato, "spaccasassi". Il tronco è abbastanza breve, robusto e caratterizzato (in età adulta) da possenti nervature, con rami primari di notevoli dimensioni, mentre quelli secondari tendono a essere penduli. La chioma è piuttosto densa, espansa, più o meno rotondeggiante. Le foglie Sono caduche, hanno un picciolo corto (5-15 mm) e una lamina quasi ellittica o lanceolata (2-6 cm x 5-15 cm). Sono caratterizzate da un apice allungato e da base un po' asimmetrica. La pagina superiore è più scura e ruvida. I fiori sono ermafroditi e unisessuali (maschili), compaiono con le foglie e sono riuniti in piccoli grappoli (ogni fiore misura circa 2-3 mm). La fioritura avviene in primavera. I frutti sono drupe subsferiche di circa 8-12 mm. All'inizio dell'autunno le sue bacche dapprima verdi si scuriscono con la maturazione e diventano cibo di uccelli ma anche tradizionale assaggio dell'uomo che ne apprezza il profumo ed il sapore assai gradevole, anche se la polpa e’ scarsa.
Dove si trova: Il Bagolaro (minicucco) predilige terreni freschi, subacidi, ricchi di scheletro, grazie alla potenza del suo apparato radicale, si adatta a vivere anche nei luoghi aridi, sassosi, tra i ruderi e le rovine (da qui deriva il nome volgare di “spaccasassi”). A Lentini si trovano in zona Pancali, zona Mercadante, zona Caracausi e zona Cirico’. Oggi per far spazio al cemento in molte zone e’ stato estirpato. Negli agrumeti abbandonati si puo’ notare come il bagolaro ha ripreso naturalmente il posto dove era originariamente esistente.
Quando raccogliere: Le foglie in maggio-giugno, dopo la fioritura. I fiori nel periodo marzo-aprile e i frutti nel periodo settembre-ottobre, quando giungono a maturazione e assumono un colore brunastro.
Effetti curativi: Principi attivi del bagolaro sono tannini e mucillagini. Le foglie del bagolaro per il loro contenuto in costituenti attivi, hanno buon potere astringente, rinfrescante e lenitivo che si esplica utilmente nei casi di diarree, enteriti e leggeri infezioni intestinali. Le proprieta’ suddette sono altrettanto utili per mitigare le infiammazioni del cavo orale e della gola, tra cui gengiviti e faringiti, mediante sciacqui e gargarismi da ripetersi con costanza durante l’arco della giornata. Decotto per disturbi apparato intestinale : 2 g. in 100 ml d’acqua, 2-3 tazzine al giorno; per gargarismi fare decotto con 5 g. di foglie in 100 ml d’acqua. Avvertenza: per evitare effetti collaterali, usare sempre sotto controllo medico
Curiosita’: Noto fin dall'antichità, il Bagolaro è oggi utilizzato nelle alberature stradali. Si tratta infatti di una pianta estremamente adatta all'ambiente urbano dal momento che resiste bene all'inquinamento atmosferico delle aree di grande traffico. Rustica e frugale, si adatta a qualsiasi tipo di terreno e di esposizione, non soffre della copertura di asfalto. Il legno, di color grigio-biancastro, è duro ed elastico; è buon combustibile e dà carbone di qualità pregiata. Dalla corteccia si estrae una sostanza gialla tintoria, mentre dei frutti di Bagolaro sono ghiotti gli uccelli e si ricava un’olio. Il frutto viene usato spesso dai ragazzi come proiettile per cerbottane. In passato veniva utilizzato per costruire remi e alcune parti del carro. Inoltre veniva utilizzato per costruire i manici delle fruste. Il bagolaro viene chiamato anche "albero dei rosari"; infatti i suoi semi erano utilizzati per costruire il rosario.