Lentini: Uomini illustri

  Carlo Lo Presti

 
Nato a Lentini il 6-1-1921. Funzionario del Comune presso l'ufficio tecnico con l'incarico di vice ingegnere capo, fondatore e direttore della Biblioteca Civica e poi fondatore e segretario del "Centro Studi N.Jacopo", giornalista e soprattutto autore di teatro, regista, attore, caricaturista, elemento trainante ed insostituibile di ogni iniziativa culturale lentinese del secondo dopoguerra. Gran parte di questa opera di catalizzatore della cultura lentinese, in quegli anni di rinascita dopo la guerra, la svolse nel "Piccolo Teatro del Sud" da lui istituito e diretto presso la grande sala della Biblioteca Civica "Riccardo da Lentini" da lui fondata e diretta. Numerose e di grande successo furono le opere presentate: "la patente" e "la giara" di Pirandello, "l'aria del continente" e "annata ricca..." di Martoglio, "deputato per forza" di Novelli, "pensione 23" e "referendum" dello stesso Lo Presti, "cavalleria rusticana" di Verga e tante altre. L'impegno di Carlo Lo Presti e degli organizzatori dei vari cartelloni (fra cui spiccano i nomi di Carlo Cicero, Alfio Sgalambro, Filadelfo Pupillo, Vitale Martello e Francesco Bonfiglio), fu veramente lodevole. Con mezzi modesti e personali il "piccolo teatro" continuo' la sua evoluzione presentando sempre piu' ricchi cartelloni: "Berretto a sonagli" di Pirandello, "a coperchia..." di De Filippo, "fa male il tabacco!" e "una domanda di matrimonio" di Cecov, una edizione incantevole della tragedia di Euripide "Alcesti" e tante altre. Grande fu inoltre l'opera svolta presso il "Centro Studi Notaro Jacopo", che visse un periodo di grande splendore finchè assieme a lui ci furono l'Avv.Sgalambro e l'Ing.Carlo Cicero. Insieme formavano una terna veramente eccezionale. Con instancabile perseveranza riuscirono a ottenere la costruzione del Museo Archeologico di Lentini. Inoltre la critica letteraria, soprattutto teatrale, italiana fu generosissima con il "Premio Nazionale Lentini", promosso dalla Biblioteca Civica e che fu per molto tempo indicato dalla cultura nazionale come una delle più straordinarie manifestazioni letterarie d'Italia. Premio di poesia, di teatro ecc. C'era con lui e attorno a lui tanta attivita', tanto desiderio di operare con serietà. E ancora. Un ruolo a parte, tra gli "amici collaboratori" di Carlo Lo Presti, d'eccellenza si può dire, hanno avuto Mario Piazza (attore), Sebastiano Amore (vice-corrispondente del Nostro presso il Corriere di Sicilia di Catania) e Gianni Cannone (giornalista). Morì a Lentini, all'età di 48 anni, il 2/4/1969. Per rendere omaggio a Carlo Lo Presti, uomo di grande cultura, che tanto ha dato a Lentini, sia dal punto di vista culturale che morale e teatrale, a lui è stato intitolato nel 1996 il cine-teatro Odeon di Lentini (La Notizia n.22 del 16-11-96).
 
 
Ancora non è inutile, a più di trent'anni dalla sua scomparsa, ri-parlare di Carlo Lo Presti (1922-1968). Non solo per ricordare l'uomo, le sue opere, il suo impegno, ma anche perché il suo esempio di artista e intellettuale al servizio di un progetto culturale è sempre di freschissima attualità. Mentre cerchi di dare ordine alle mille cose che di lui vorresti dire, non puoi sfuggire al ricordo del suo sorriso ironico e bonario, velato di quella malinconia che ci pare sempre di aver notato nel sorriso di chi è morto giovane. Ti ricordi il suo portamento elegante e i suoi modi gentili, la grande attenzione che prestava a poeti umilissimi, ad aspiranti attori, a chi scriveva qualcosa e cercava un giudizio competente. Ti viene in mente la sua Rosina, che ancora parla di lui come se fosse vivo, seduto alla scrivania nell'altra stanza; che parla del loro incontro tra ventenni sulle tavole di un palcoscenico, lei attrice e lui regista, come se fosse avvenuto l'altro ieri. Dalla signora Rosina bisogna andare ogni tanto a farsi ri-contare i cento aneddoti, i mille piccoli e grandi sacrifici, le diecimila delusioni e amarezze subite da loro due, utili anche a ricordare come è stata e come sarà sempre dura per chi vuole fare qualcosa di nuovo e di diverso nella propria città. Ma anche le impagabili soddisfazioni, i momenti esaltanti, le gioie più profonde per le cose realizzate; una storia d'amore, d'amicizia, di lavoro in comune ineguagliabile; interminate nottate a parlare del presente e del futuro del teatro con gli amici di sempre, Lydia Alfonsi, Turi Ferro e Ida Carrara, Renzino Barbera, Pino Caruso, Massimo Mollica. Bisogna andarci, ogni tanto per ri-caricarsi di buoni motivi, per non arrendersi, per continuare, con testardaggine e allegria, anche noi, modestissimi discepoli di un maestro inarrivabile. Ed anche per comprendere perché a tutt'oggi chi conobbe da vicino Carlo Lo Presti ne parla ancora con affetto e commozione. Ti vengono in mente le parole che scrisse per lui Mario Gori: "... siamo tanti per portare un vano fiore al suo tramonto in un giorno di primavera. Tanti, ma lui resta il migliore, resta il più affettuoso, capace di altruismi impensabili, di generosità cristalline. Tanti e siamo poveri di cuore e di parole di fronte al suo silenzio che ci invita, tanti e poveri di fronte alla luminosa bontà che sa darci ancora l'ultimo convitato di pietra di questo calvario delle nostre paure dissennate. Non poteva andare lontano, l'amore l'ha tenuto fermo in questo cielo, in quest'aria, in questa terra di zagara e di dolore, di sole e di angosce...". L'amore l'ha tenuto fermo in questo cielo, in quest'aria, in questa terra di zagara... Anche in vita l'amore, l'amore per la sua città, lo tenne fermo nella sua terra di zagara. Dedicò tutto se stesso a un sogno: fare della sua città una piccola capitale della cultura, del teatro, della poesia. Avrebbe potuto andare via. Forse avrebbe dovuto. Per conoscere, per farsi conoscere, per cogliere i successi che il suo talento gli avrebbe garantito. Invece rimase sempre nella sua Lentini, Era moto sobrio nel giudicare se stesso, ma sapeva che perché la su città diventasse importante nessuna risorsa doveva esserle sottratta. Lentini in quegli anni importante lo era. Ma per altri aspetti. Erano gli anni del grande risveglio, dopo la lunga notte della guerra. Il movimento sindacale e bracciantile avviò battaglie memorabili, che non riguardavano solo i salari; ebbe larga eco in tutta Italia lo "sciopero a rovescio", il lavoro abusivo nelle terre incolte di quel che rimaneva dei grandi feudi; erano i tempi della riforma agraria e della nascita di una miriade di piccolissime aziende agricole, del prosciugamento del Biviere e dell'assegnazione delle terre bonificate agli ex pescatori; L'arancia era frutto pregiatissimo e chi possedeva due tumuli d'agrumeto era quasi benestante. Lentini era centro di produzione ed esportazione tra i primi d'Italia e la sua "stazione", la zona commerciale, pullulava come di un alveare. Per la zappatura e la raccolta delle arance giungevano da ogni parte della Sicilia orientale centinaia di braccianti, molti dei quali rimasero per sempre, contribuendo a renderla ancora più varia e vivace sotto il profilo economico e sociale. Insomma era il tempo in cui nasceva la Lentini contemporanea. Lo Presti ebbe il grande merito di intuire, assieme ad un gruppetto di altri giovani intellettuali, che una comunità moderna non può essere costruita solo sul benessere economico. c'era bisogno anche d'altro, di cultura, di arte, di sogni, di poesia. C'era bisogno di recuperare un'identità appannata, se non addirittura smarrita. Bisognava trovare le tracce, i segni, le pietre e le parole del passato di cui siamo fatti, ri-sentirsi figli di Gorgia, Iacopo, Riccardo. C'era bisogno di anima. Nacque per questo nel '47 il Centro Studi Notaro Jacopo, che fu subito luogo di studi e di ricerche, riflessioni e dibattiti e di mille attività frenetiche, appassionanti, a volte anche distanti tra loro: convegni, conferenze, rappresentazioni teatrali, studi di storia patria, dibattiti politici, esposizioni d'arte visiva, poesia. Per dieci anni il Centro Studi fu l'anima e il motore della cultura di Lentini. Tra l'altro anche sede di un a Biblioteca Popolare, istituita dalla soprintendenza alle Biblioteche per la Sicilia Orientale. Lo Presti era innanzi tutto uomo di teatro: autore, regista, attore, critico e storico. Il suo "SICILIA TEATRO, pubblicato postumo dalla moglie, è una pietra miliare per la conoscenza delle vicende, dei protagonisti, delle glorie e delle difficoltà del teatro siciliano. Fu premiato con la Medaglia d'oro alla memoria a Vizzini, il 31 gennaio del 1970. Da uomo di teatro diede il suo primo importante contributo al Centro Studi e alla città con un'attività intensissima, officina d'arte e formidabile palestra per giovani attori non solo lentinesi. Fondò e diresse il Teatro Sperimentale del Centro Studi che poi prese il nome di Piccolo teatro del Sud. Per esso scrisse una ventina di commedie, che per il loro valore entrarono ben presto in cartelloni importanti, come quelli del teatro Stabile di Catania e nel repertori odi Turi ferro e Ida Carrara, di Michele Abruzzo e Mario Piazza, di Pippo Pattavina e Tuccio Musumeci. Tra i registi delle sue opere anche un ancora giovanissimo Andrea Camilleri. Tra gli scenografi perfino Renato Guttuso e Santo marino. Molte commedie hanno un posto di rilievo nel panorama teatrale italiano: Referendum, Attesa sulla riva del fiume, Alluvione, Democratici di provincia, Pensione 23, Quello della prima fila, Cose turche!, Sicilia la nuit, ecc. I temi che più gli stavano a cuore ed affrontava con mirabile efficacia erano il modificarsi dei costumi, i nuovi rapporti tra genitori e figli, la speranza di una società nuova in cui i sentimenti, l'amore e l'amicizia prendessero il posto dei pregiudizi, degli egoismi individuali e di classe. Grande apprezzamento ebbe la sua traduzione e riduzione della Medea di Seneca. Di straordinaria forza una versione dell'Encomio di Elena di Gorgia, più volte mirabilmente interpretata da Lydia Alfonsi, di cui divenne un cavallo di battaglia. E teatrali erano anche le sue straordinarie caricature. Un talento innato e non comune gli faceva cogliere gli aspetti più significativi e spesso non visibili ad altri, degli amici più cari e dei personaggi pubblici della città. La sua "galleria" meriterebbe di essere pubblicata non solo per il valore artistico, ma anche come documento storico. A vederla oggi si direbbe che Lo Presti abbia voluto fotografare i protagonisti di un'epoca utilizzando la tecnica della caricatura per metterne in luce i caratteri, i tic, le umane debolezze. E di nuovo vengono fuori tutta l'ironia e la bonarietà del personaggio, stavolta nel modo in cui "tratta" i suoi soggetti. Così come emergono la sua vera, profonda natura di giornalista (un'altra sua grande passione che gli procurò cospicui riconoscimenti) e il costante desiderio di documentare ogni istante e ogni aspetto della vista della sua città. Ma tutto questo, se gli permetteva di esprimere al meglio le sue qualità artistiche, non era tutto ciò che lui cercava. Fu tra i protagonisti, assieme agli altri del Centro Studi, tra cui spiccavano per competenza, passione e carattere i vari Alfio Sgalambro, Carlo Cicero, Mario Ciancio, di una incisiva e coinvolgente iniziativa, durata anni, per ottenere che si avviasse una campagna di scavi per portare alla luce i resti di Leontinoi. Furono loro, studenti e giovani professionisti, studiosi di archeologia per diletto e per amore della loro città, ad individuare esattamente con geniale intuizione, il sito di Leontinoi e una grandissima quantità di reperti, risultò relativamente facile ottenere l'apertura del Museo Archeologico. Nel 1957 l'Amministrazione Comunale costituì la Biblioteca Civica "Riccardo da Lentini" e ne affidò la gestione ad un Consiglio di Amministrazione autonomo, in gran parte composto da dirigenti del Centro Studi. A Carlo Lo Presti fu affidato l'incarico di direttore. Fra le manifestazioni programmate e realizzate dal Consiglio di Amministrazione della Biblioteca, rimane indimenticabile, per lo straordinario successo ottenuto in tutti gli ambienti culturali italiani e per la quantità e qualità dei partecipanti, il PREMIO LENTINI di Poesia (Premio Jacopo da Lentini), Teatro (Premio Rosso di San Secondo), Giornalismo (Premio Città di Lentini) e Sicilianità (Premio Gorgia), di cui Lo presti fu segretario, che aveva cadenza biennale. Per farsi un'idea del prestigio e del valore del Premio Lentini, forse è il caso di leggere i nomi di alcune personalità che a vario titolo vi collaborarono: Leonardo Sciascia, Giuseppe fava, Giorgio Caproni, Giuseppe Ravegnani, Mario Farinella, Irene Reitano Maugeri, Marino Moretti, Giuseppe Villaroel, Mario Gori, Arnaldo Frateili, leone Piccioni, Eligio Possenti, Ugo Reale, Giovanni Titta Rosa, Fiore Torrisi, Leonida Repaci, Enzo Maganuco, Mario Piazza, Bonaventura Pistorio...  Tra i premiati Alberto Bevilacqua, Emanuele Mandarà, John Rudolph Wilcock, Giuseppe Addamo, Massimo Grillandi, Franco Costabile, Enzo Leopardi, per la poesia; Paolo mesiina, Antonio Greppi, Turi Vasile per il teatro; Carmelo Cappello, Giuseppe Villaroel per la sicilianità; Enea Ferrante, Giuseppe La Pira per il giornalismo. Nel 1968 "Dio gli disegnò un piccolo, dolorosissimo fiore sulla punta del cuore e gli fece cadere il cielo dagli occhi ancora ansiosi di bene e di orizzonti" (ancora Mario Gori). Anche il Premio Lentini cessò di vivere. Nel mese di giugno 2001 si è tenuta la prima edizione del premio Nazionale di teatro, Narrativa e Poesia "Terre d'Arance", le cui premiazioni si sono svolte, rispettivamente a Francofonte, Carlentini e Lentini. Gli organizzatori hanno voluto rendere omaggio a Carlo lo Presti intestando a lui il Premio Teatro Città di Francofonte. A lui sono intestati anche il Teatro Odeon e una via di Lentini. (Guglielmo Tocco-Agosto 2001)
 
 
Le Opere
 
pensione 23, commedia in 1 atto (rapp.1944)
democratici di provincia, commedia in 3 atti (rapp.1948)
plenilunio, commedia in 1 atto (rapp. 1952)
alluvione, commedia in 1 atto (ed.la soffitta,1958)
cose turche, farsa in 2 tempi (rapp.1958)
il presente e' un punto, un atto (1958)
il camaleonte,commedia in 3 atti (1962)
Sicilia-la-nuit, dramma in 1 atto (1963)
la campana del viatico,dramma in 2 atti (1963)
attesa sulla riva del fiume, commedia in 3 atti (rapp.1964)
incanto di Sicilia (1965)
quello della prima fila, 1 atto (rapp.1962)
i venditori di fumo, 3 atti (1966)
e da vergine nasca il salvatore (1966)
l'uomo del giorno, commedia in 3 atti (1967)
Capitano Blood di R.Sabatini, rid.radiofonica (1968)
l'Orlando Furioso di L.Ariosto, spett.eroicomico in 2 tempi (1968)
il ritorno di Gorgia, 2 tempi (rapp.1967)
il caos e' qui, commedia in 3 atti (1969)
Sicilia Teatro - documentazioni e testimonianze (ed.centauri-FI-1969)
 
 

Carlo Lo Presti, artista di multiforme ingegno (notizia n.4/2001)

L'Alcesti di Euripide a Lentini (Corriere di Sicilia del 9-5-1956)

"Il ritorno di Carlo Lo Presti" di Gianni Cannone

Bronzi di Riace (Nuovo Diario del 5-10- 1985) di G.Cannone

Quarta Serie (La Diligenza del 29-5- 1955) - articolo d'epoca